autunno
mi butta fuori dal parco,
volteggia l'inverno liquido
e sentieri dietro di me,
colpisce il suolo
foglia squamosa
e, come il parco,
mi avvolge mano e porto
ragnatela di pioggia;
una ruota che gira si nasconde nel cielo
mussola questo patetico,
e lì
tuona,
come nelle mani di un ragazzino che correva con un bastone
dai colori della ghisa.
Apollo, porta via
Ho la mia lira, lasciami un recinto
e ascoltami velmi
benevolmente: armonia di archi
sostituire - accettare -
l'incapacità dei ramoscelli di discordare,
trasformando il tuo do-re-mi
in un fragoroso involtino,
quanto è buono Perun.
Canta pieno d'amore,
cantare dell'autunno, vecchia gola!
Solo lei ha aperto la sua tenda
su di te, Jet
il loro gelido
solchi di terriccio trapani,
cantatele e gracchiate
corona calva dei loro punti;
correre ed erba
il tuo gioco, pacchetto rabbioso!
Io sono la tua preda.
1970 - 1971